Casa natale dell’Ariosto, il Mauriziano sorge sulla soglia storica tra la città la campagna, appena al di là del Rodano. Prende il nome dalla Villa in cui sorge, con la bella chiesa parrocchiale dedicata a San Maurizio.
L’Amministrazione comunale entrò in possesso del complesso del Mauriziano nel 1863.
Il Consiglio Comunale, sotto la presidenza del Sindaco Pietro Manodori, venne riunito in seduta pubblica per votarne l’acquisto, accordandosi con il Conte don Girolamo Malaguzzi Valeri, prevosto della basilica di San Prospero. La cifra pagata fu di quasi 8.000 lire.
La procedura pubblica scelta per l’acquisizione è un indizio chiaro della centralità accordata al Mauriziano, e al più avito tra i poeti nativi – Ludovico Ariosto (tra l’altro con la preoccupazione mai sopita di richiamarne la reggianità, quando era noto al mondo come “ferrarese”) – nel momento in cui il Comune di Reggio veniva ad assumere il ruolo di capoluogo provinciale.
In una città lungamente sottomessa a Modena, e pure mai davvero subalterna, l’Unità d’Italia rappresentava la prima reale prospettiva (dopo la breve stagione napoleonica) di un riscatto.
Ora, per anni il Mauriziano è stato sfruttato come contenitore per moltissimi eventi tra loro scollegati e diversi, di dubbia o nessuna coerenza con il sito.
A partire dal 2006 l’allora Circoscrizione 6, dal 2009 Circoscrizione Nordest, ha avviato un percorso partecipativo che ci ha portato nel 2010 alla legittimazione e al riconoscimento ufficiale degli interlocutori/attori di quella che doveva diventare una nuova stagione di investimento sul luogo, legato anche al progetto ambientale del Parco del Rodano.
Si tratta di assumere il Mauriziano non più come contenitore, ma valorizzarlo in modo che possa e sappia corrispondere ai bisogni culturali che la città del presente va formulando.
Prendersi cura del patrimonio culturale comporta la promozione di azioni di reciprocità, tessere relazioni di ascolto, rinarrare nel tempo-luogo presente.
La Circoscrizione ha portato attenzione e chiarezza, mettendo in rete tutte le realtà che insistevano su questo luogo: servizi comunali, associazioni, volontari, singoli cittadini e “amici” del Mauriziano.
Siamo intervenuti come istituzione più prossima al cittadino, e questo ci ha permesso di coordinare e sviluppare il calendario degli eventi economicamente sostenuto quasi interamente da noi.
Questo sistema ci ha consentito di razionalizzare le iniziative e, di conseguenza, di ottimizzare le risorse a disposizione realizzando un programma di eventi rispettosi della natura del luogo.
I risultati hanno ampiamente ripagato tale sforzo, portando già nel 2011 più di 4mila persone al Mauriziano, arrivando a sfiorare e superare comodamente le 10mila nei due anni seguenti. Numerosissime sono state le richieste di visita del luogo da parte di scolare-che provenienti da tutta Italia e anche dall’estero.
Va anche detto, però, che le scarse risorse a disposizione della Circoscrizione non hanno permesso il completo finanziamento delle opere destinate alla manutenzione del sito, ma gli indirizzi operativi sono stati indicati e in parte pure avviati.
Nella Carta di Intenti della Circoscrizione per la rigenerazione di questo luogo, approvata da una delibera di Giunta, lo storico Antonio Canovi spiega meglio di chiunque altro che nel patrimonio culturale del Mauriziano vi sono tre matrici che attendono di essere interpretate e rinarrate:
- Narrare nel Paesaggio periurbano: sito di soglia fra le vie d’acqua e le vie di terra, confine storico tra città e campagna, il Parco del Rodano e del Mauriziano può ben vestire i panni di laboratorio ambientale dell’agricivismo per Reggio Emilia.
- Narrare la Reggianità che cambia: in un mondo che gira, riprendersi la lingua “familiare” significa interrogare la tradizione come sapere glocale, senza reificazioni, anzi, nella convinzione che la “produzione della località” di cui parlano gli antropologi vive e si riproduce nella capacità a reinventare i propri codici culturali.
- Narrare con la Fantastica l’Oriente della città: perché bisogna riconoscere al Mauriziano, dopo mezzo millennio, la personalità di un luogo che sfugge ai tentativi di codifica, e dunque non va istruito ma evocato e trasfigurato, in accordo con il poetare dell’Ariosto; ci piace pensare ad una città quasi “invisibile” e cangiante, e a questo come al sito prediletto ove nutrire l’immaginario.
Christian Vergalli
Responsabile Commissione Storia, Arti e Cultura Circoscrizione Nordest