Bologna, quarant’anni dopo.

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Era una mattina di inizio agosto del 1980. Una moltitudine di passeggeri affollava la stazione centrale del nostro capoluogo: chi correva al binario indicato nei tabelloni; chi cercava i propri parenti all’uscita; e chi, magari con la spensieratezza tipica della stagione estiva, sedeva nella sala d’attesa di seconda classe, attendendo un treno su cui non sarebbe mai salito.


Il resto è storia tragicamente nota.
Alle 10:25, sotto il peso di oltre 20 chilogrammi di esplosivo, un terribile boato, scaturito proprio da un ordigno posto nella sala d’attesa di seconda classe, mise fine alla vita di 85 persone. La più piccola, Angela Fresu, di soli 3 anni.
200 i feriti.

Uno degli eventi più tragici della storia del nostro Paese.
Una ferita, a quarant’anni esatti da quel giorno tremendo, ancora non cicatrizzata.
Un’Italia che, attonita, si apprestava a piangere le ennesime vittime dello stragismo e del terrorismo politico che da oltre un decennio attanagliavano il Paese. Vittime accomunate non solo dal tragico destino, ma dall’oltraggio del non vedersi rendere pienamente giustizia per inerzia delle istituzioni, per depistaggi e mancanza di volontà di acclarare a pieno ragioni, esecutori e mandanti di quei massacri. Così anche per Bologna.

Le sentenze hanno appurato e confermato la matrice eversiva e fascista di quella strage e la responsabilità dei NAR con le condanne finora di Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini (seppure, per quest’ultimo, solo in primo grado) quali esecutori materiali in un iter di processi celebrati nel corso di quattro decenni che ha segnato una nuova tappa proprio nei primi mesi dell’anno corrente.

Con la chiusura delle nuove indagini avvenuta l’11 febbraio e la notifica di quattro avvisi di garanzia, la Procura Generale di Bologna è pronta ad aprire il processo per individuare con chiarezza finanziatori e mandanti.
Un processo che si propone di accertare la responsabilità degli ultimi esecutori imputati, ricostruendo sul piano storico il ruolo in concorso di chi avrebbe pianificato e finanziato la strage. Soggetti, questi ultimi, per lo più non imputabili poiché ormai deceduti.

Quest’oggi, dal palco allestito in Piazza Maggiore, collegato con la Stazione Centrale, Paolo Bolognesi, presidente del comitato dei familiari delle vittime del 2 agosto che nel corso degli anni ha dato un apporto decisivo alla prosecuzione delle indagini, ha potuto parlare della presenza di un quadro positivo grazie all’individuazione di spunti concreti per giungere, finalmente, a una verità completa sulla strage.
Una ricostruzione dei fatti storici e processuali la cui necessità è di importanza quanto mai fondamentale e che potrebbe, come dichiarato da Bolognesi: <<cambiare la storia d’Italia>> .

Non è solo il dolore dei famigliari che a quarant’anni dalla strage continuano a piangere i loro morti, ma si tratta di un dolore e un ricordo collettivo che debbono unire tutto il Paese nella agognata ricerca dei moventi di quei fatti terribili; in modo tale, da mettere noi cittadini nelle condizioni di poter fare i conti con un passato oscuro da troppo tempo relegato nell’oblio.

Nel giungere a conclusione, desideriamo riportate le parole del Presidente della Repubblica nella nota diramata questa mattina dal Quirinale:
«In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione, che provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti, desidero – a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall’incontro nel luogo dell’attentato – riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall’efferato e criminale gesto terroristico.  Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia».
Sergio Mattarella, recatosi a Bologna lo scorso 30 luglio, è stato il primo Presidente della Repubblica, dopo Sandro Pertini, a prendere parte alle commemorazioni per la strage del 2 agosto 1980.

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